ALCHIMIA PER IL CORPO LA MENTE E IL CUORE


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Gli antichi lo sapevano, conoscevano il valore, il potere, la razionalità, l'attraente e accattivante sensuale proprietà e attività degli oli essenziali. La medicina, la religione e la magia si fondevano in una "gestualità" che si modificava di volta in volta in modi diversi.
Nella mitologia greca, si racconta che il primo olio di bellezza fu inventato da Afrodite e da lei regalato a Pandora, la prima donna alla quale tutti gli dei fecero un dono. Afrodite fu sempre la splendida e generosa dispensatrice di magici oli profumati che avevano il potere di preservare, rigenerare o addirittura resuscitare.
Per gli antichi aspirare il profumo era insieme salute, bellezza ed energia divina.
D'olio odoroso, "myron" in greco, ne parlano alcuni poeti del VII secolo a.C, come ingrediente d'amore, di piacere sensuale, di elevazione dello spirito.
Dai bagni di Nefertiti, nelle cui vasche galleggiavano migliaia di fiori di gelsomino, a quelli altrettanto leggendari di Poppea, dai rituali di balneazione curativi dei Greci ai fasti delle terre romane, in tutte le preparazioni delle ricette si usavano dei sacchetti di mussola ricolmi d'erbe, spezie e fiori accuratamete selezionati.
Erano utilizzati per medicare, disinfettare, guarire gli ammalati, per purificare gli ambienti chiusi e i locali dove c'erano feriti e infermi, per profumare le case e nelle conservazione di cibi e bevande per renderle anche più gustose e prelibate.
Nelle funzioni religiose, quando dovevano ingraziarsi il potere degli Dei che ritenevano capaci di scatenare il furore del mare, della terra e del cielo, attraverso cerimonie propriziatorie, oltre alle offerte di rito, utilizzavano enormi quantità di fiori e piante che bruciavano con le fumgazioni; questo rituale era un atto di fondamentale importanza, una comunicazione con il Divino a cui solo i sacerdoti potevano accedere.
Le donne li adoperavano per profumarsi: le egiziane impegavano un piccolo cono di grassi solidificati impregnato di essenze e lo posizionavano sopra ad una parrucca scura. Durante il giorno, con il calore del corpo, il cono lentamente si scioglieva, colando e impregnando di queste gradevoli fragranze i capelli, le spalle e i vestiti.
Ai tempi dei romani invece, le donne del popolo miscelavano le piante di menta, origano, timo insieme ai grassi animali, mentre le nobildonne si avvalevano di costose acque aromatiche alla violetta, al giglio, al fior di loto, al gelsomino e alla rosa; inoltre solevano farsi fare massaggi a base di miele e olio con l'aggiunta di rosa e cannella, incenso e mirra, o sandalo e resine balsamiche.

Durante il Rinascimento, i profumieri italiani e più precisamente quelli della città di FIrenze, divennero il centro mondiale dei profumi, grazie a donne come Caterina Sforza, Lucrezia Borgia, Caterna dè Medici, che con il loro sapere e con le loro richieste crearono ricette di bellezza e fragranze armoniose e sensuali.
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Queste pratiche con l'avvento della chimica sono cadute nell'oblio, per poi essere riscoperte verso gli anni 30, dal chimico francese René Maurice Gattefossé che era particolarmente interessato all'azione cosmetica e medica degli oli essenziali sulla pelle, di cui scrisse articoli e libri..
Un medico francese, il dottor Jean Valnet, lesse il libro scritto da Gattefossé e ne rimase positivamente colpito, tanto che provò ad utilizzare le essenze per la disinfezione degli ambienti e la cura delle ferite durante la seconda guerra mondiale. Cominciò ad insegnare l'utilizzo degli oli essenziali ai colleghi e due sue allieve, Marguerite Maury e Micheline Arcier, portarono in Inghilterra la loro esperienza, dove fu molto apprezzata anche a palazzo reale.
In Italia in quegli anni, anche i dottori Renato Cayola e Giovanni Gatti pubblicarono vari articoli relativamente all'effetto delle essenze sul sistema nervoso. Studiarono ed eseguirono numerose misurazionim dall'effetto stimolante o sedativo, sulla frequenza respiratoria, la circolazione e la prressione del sangue, e anche sul loro potente effetto germicida.
Il prof. Paolo Rovesti, dell'Università di Milano, dedicò uno studio sugli effetti psicologici delle essenze e le utilizzò sui pazienti affetti da depressione e isteria. Sperimentò diverse miscele: per la cura della depressione provò ad esempio una composizione di Gelsomino, Sandalo, Arancio, Verbena e Limone; per gli stati d'ansia invece nebulizzò Neroli, Cipresso, Petit Grain, Limetta, Rosa, Violetta e Maggiorana.
Oggi l'aromaterapia suscita l'interessa di medici, ricercatori, profani o semplicemente persone sensibili al proprio benessere; in Inghilterra è divenuta materia d'insegnamento in molte scuole e la si utilizza anche in alcune cliniche. La terapia basata sugli oli essenziali è dal punto di vista scientifico una disciplina relativamente recente, collegata a precise metodologie e a rigorose ricerche di laboratorio, infatti, molte delle moderne medicine, contengono principi attivi estratti dalle piante o dai fiori così come i cosmetici, che aiutano a mantenere giovane la pelle e a tonificarla.

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